12 settembre Oggi memoria liturgica del santo nome di Maria; in molti mi ricordano la ricorrenza mariana quando annuncio il giorno della partenza per Haifa. La scelta della giornata è frutto di una “soffiatina” di sr Ester che, qui a Treviso, mi sta aiutando con l’arabo prima della partenza, una soffiata per dirmi che il 12 parte un volo diretto proprio da Treviso a soli 39 euro lei sarà su quel volo per rientrare in Israele. controllo ci sono posti ancora disponibili, prenoto. Ora siamo a metà agosto e i miei accordi con p. Miguel, il nostro generale, erano di partire entro la metà di settembre. Bene così abbiamo risolto anche il problema del viaggiare da soli.

Ultimi preparativi cosa prendere cosa portare, cosa è essenziale? Facciamo più volte i conti. Abbigliamento estate inverno, libri di arabo, le opere di Teresa, la nostra fondatrice e santa Teresa di Lisieux. Niente di più, per il resto, la Divina Commedia, Santo Padre lo troveremo in rete, su qualche dispositivo elettronico.

12 settembre Partenza alle 13:30 ore italiane arrivo a Tel Aviv in orario alle 17:00 . Sbarco e controlli rapidissimi niente delle temute lunghe perquisizioni. È venuto a prendermi fra Fausto da Stella Maris, il nostro convento e santuario sul monte Carmelo, e dopo riportato a casa p. Paco della comunità di san Giuseppe di Haifa, di rientro dalla vacanza in famiglia in Spagna, mentre Suor Ester ci saluta, diretta a Nazareth con i fratelli.

L’aria è calda e il cielo opaco perché carico di sabbia del deserto, mi sento a casa, questa la prima sensazione e il primo pensiero: sono a casa, seconda terza casa, ma sempre a casa. Il tempo del viaggio verso Haifa un ora e siamo in convento, a san Giuseppe, ci accoglie il parroco p. Koubrianus, il priore p. Abboud è in isolamento per covid. La casa ordinata pulita la mia stanza spaziosa il posto relativamente tranquillo. Il tempo di una cena leggera e a riposare con qualche difficoltà per le temperature ancora estive . Evitiamo l’aria condizionata.

Il monastero Stella Maris di sera

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I primi giorni ci avventuriamo con p. Paco per una passeggiata a passo spedito di oltre due ore attraverso il parco urbano e poi il lungomare frequentato da sportivi e salutisti di tutte le età .

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Poi l’indomani alla scoperta della colonia tedesca di Haifa, nel nostro quartiere, restano solo gli edifici di una comunità protestante insediatasi a meta ottocento dalla Germania.

Il panorama urbano dei dintorni è cristiano: chiesa armena, chiesa ortodossa, scuole e asili di religiosi e religiose, sulla collina in alto il monastero delle carmelitane scalze .

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Nel convento dove dimoro, ad Haifa, dentro la città, c’è una parrocchia che teniamo noi carmelitani scalzi ed è frequentata ogni giorno, per la Messa del pomeriggio, da una cinquantina di persone, quasi tutte giovani, diversi appartengono al movimento laicale dei Focolarini, poi vi sono altri della comunità Shalom e ovviamente i fedeli della parrocchia

Prima messa concelebrata in arabo con P. Koubrianos, parroco San Giuseppe haifa

La Messa è in lingua araba, da parte mia concelebro perché non conoscendo la lingua non posso celebrare la Messa da solo. Per il giorno di san Francesco riesco a recitare alcune parti della Messa come concelebrante. Grazie a p. Julio che intanto mi ha fornito un ottimo strumento per recitare la Messa in arabo con testo in arabo-italiano e testo arabo traslitterato, cosi siamo più sicuri. Anche l’ufficio liturgico è in arabo, intanto facciamo questa immersione sonora . Gli sforzi sono concentrati nel imparare a memoria Pater noster, Ave Maria, Gloria Patri, Angelus. Non è poco.

Molto importante è il tempo dello studio, quotidiano, distribuito pressappoco così: la mattina tre ore, nel pomeriggio due ore, la sera un ora all’incirca. Studio sempre la medesima cosa cioè la lingua araba (meglio dire arabo standard, quello iniziato a giugno a Palermo con Marisa la mia insegnante, la quale continua a seguirmi su skype). Aggiungo anche un po di inglese perché qui è utile. Vario un poco lo studio applicandomi ai testi liturgici nella speranza di poter arrivare a celebrare da solo a Natale, vedremo …

Intanto celebro in inglese per la comunità filippina, che qui è numerosa e quasi tutta al femminile, badanti e collaboratrici familiari, ben organizzate e piene di fervore. Cade in questo tempo anche la festa dei martiri filippini e alla celebrazione liturgica segue spettacolo e cena in salone parrocchiale.

Non può mancare una visita a Stella Maris, più di una per vari motivi, anche perché lì si beve un buon caffè espresso. E il posto è sempre emozionante, sembra che intanto si siano calmate le acque agiate per tutta l’estate per i vari tentativi di occupare la chiesa da parte di un gruppo di oltranzisti ebrei con a capo un facinoroso. Le autorità religiose e civili hanno espresso solidarietà i cristiani di Haifa si sono mobilitati per la protezione. Sembra che tutto stia passando; speriamo bene. Frattanto c’è anche l’occasione di una visita a Nazareth per incontrare le monache carmelitane del Medio Oriente e nord Africa riunite per i loro incontri periodici di Associazione dei monasteri. Le monache erano già informate della mia presenza in Israele per poi andare missionario in Iraq, con loro posso parlare in italiano, la lingua comune assieme al francese. Non poteva mancare una visita breve alla basilica dell’Annunciazione dove “si prega per tutti”. Lì si capisce bene che la preghiera riguarda tutti, la fede per tutti, è questione di principio.

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In casa con noi in questi giorni anche p. Abdo provinciale del Libano, perché lui è assistente della associazione delle monache e partecipa ai lavori in corso a Nazareth, poi la casa di Haifa fa parte della semi-provincia del Libano da qualche anno, fino al 2017 era delegazione di terra santa con Stella Maris e Muhraka. Ora la parrocchia è affidate ai carmelitani del Libano. Il padre mi fa visitare la scuola frequentata da 700 ragazzi 60% musulmani e 40% cristiani parla dei progetti di ampliamento e del ruolo avuto dalla scuola e dalla parrocchia per favorire la ripresa della presenza dei cristiani ad Haifa dopo la guerra del 1948 quando gran parte dei cristiani fu costretta a lasciare le case occupate dagli israeliani. In quel tempo molti si trasferirono a Nazareth e in Libano pochi sono rientrati, altri trovarono alloggio nel nostro convento di Stella Maris, erano un centinaio di famiglie. Ora i cristiani sono cresciuti e i cattolici di rito latino sono circa 2000, insieme alle altre confessioni cristiane si è in circa 20.000 cristiani in città. Le istituzioni educative come asili e scuole sono un segno forte e incoraggiante per i cristiani, dove si incoraggiano le persone a restare in Terra Santa e non emigrare così da creare un ambiente favorevole per creare famiglie e far crescere i figli. Facciamo anche un giro di saluti con la comunità dalle suore di sant’Anna due religiose egiziane che tengono un asilo con 380 bambini e le suore … due suore indiane con una scuola di 1500 allievi. Vicino a noi un religioso francescano vive da solo e tiene la scuola che veniva gestita fino a una decina di anni fa dalle carmelitane di Firenze.

Finalmente incontro la mia nuova insegnate di arabo che mi viene consigliata da alcune focolarine italiane di Haifa che l’hanno avuta come insegnate. Ci accordiamo per due incontri settimanali di un ora e mezza per studiare arabo palestinese. Con Marisa continuiamo con arabo standard su skype. Esiste una lingua ufficiale, della stampa, della televisione e del cinema, del culto e della religione, l’arabo classico o arabo standard, che si studia a scuola, ma la lingua parlata è un altra cosa. La lingua parlata è quella dei dialetti arabo magrebino, egiziano, mediorientale con varie sfumature intermedie. Poi l’idea di studiare arabo palestinese viene discussa in comunità e decidiamo di restare solo su arabo standard visto che qui sono provvisorio chiedo anche ad una suora irachena dell’ospedale italiano e dice va bene standard ti capiscono tutti. Sono andato in ospedale per una visita medica perché da due mesi ho problemi alla voce, pensavo fosse un polipo ma forse è tiroide.