7 ottobre 2023 un giorno indimenticabile perché inizia una fase drammatica per la vita di Israele e degli israeliani. Vi è stato l’attacco di Hamas (Movimento Islamico di Resistenza) da Gaza con un migliaio di vittime israeliane e di altre nazionalità, civili e militari, atrocità. Sono ore e giorni drammatici in cui si consuma l’ennesima strage, un inferno sulla terra, gli uomini che diventano diavoli. Tutto accade a due passi da qui anche se, per adesso, non accade nulla per adesso, ma tutto ciò accade e le distanze non contano. Inevitabile chiedersi come e perché, inevitabile interrogarsi sulle cause storiche . La malvagità non è solo metafisica. Cosa resta da sperare? Nella provvidenza divina che usa anche i nemici per farsi strada, che dal male tira fuori il bene. La salvezza sa fare questi salti mortali.

Gli angeli della pace - monumento sul Monte Carmelo

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11 ottobre allarme e sirene ci richiamano appena terminata la Messa e quindi tutti giù nei sotterranei un po’ di apprensione ottima occasione per rompere imbarazzo con fedeli un sorriso e un parola ora sono medicina anche se non parlo arabo. Un po’ di emozione certo la mia prima volta, per p. Abboud così da 50 anni, dalla prima guerra in Libano dal 1975 in poi. Qui la percezione è che non è come le altre volte, anche p. Paco che ha esperienza dice mai sono arrivati tanti messaggi e telefonate. Dopo poco rientra l’ allarme, dopo ci hanno detto che era stato un falso allarme, può darsi che sia stata una sorta di “collaudo” per tenerci tutti allenati. Poco importa. Ora ci riprendiamo un poco accompagniamo a casa anziani e disabili tra cui Abib cieco. Sconsigliano di aggirarsi a piedi. In casa un po’ di tv, in arabo, non importa stiamo insieme ci conforta questo.

12 ottobre Padre Abboud ormai non dorme la notte perchè è apprensivo, invece p. Paco ha preso l’abitudine che la mattina a colazione mi fornisce i bigliettini con le parole nuove da imparare, all’incirca fra cinque e i dieci nuovi termini, dopo mi interroga. Intanto però la mia insegnate ha telefonato che oggi non avremo lezione un po’ preoccupata della situazione e in casa non ha un rifugio.

13 ottobre Si avvicina la data fatidica dell’invasione da terra e questo non sappiamo che conseguenze avrà. In ogni caso devastanti. Pare che salti la messa di santa Teresa dalle monache era prevista la Messa con il vescovo e il priore della comunità. Intanto si discute se sia il caso di avere una guardia all’ingresso della chiesa per l’antiterrorismo. Bisogna capire cosa fanno e decidono le varie chiese per non dare segnale di allarme altrimenti la gente di intimorisce ancora di più.

Ormai la “preparazione di un missionario”, il diario che p. Andrea mi chiedeva di inviare per il sito del santuario della Madonna dei Rimedi di Palermo sta per diventare un “bollettino da inviato di guerra”. Quindi, potremmo anche dire, se sono un inviato sono qui per restare non per rientrare. Se dovesse essermi chiesto, ho già scritto a p. Miguel che vorrei restare. Scrivo a Pervez, un amico pakistano, che vive in Germania con la famiglia, il quale è preoccupato per me. Gli dico che mi sento a casa, quindi al sicuro. Alle monache di Giacalone e agli amici dico non sono un turista che deve rientrare quindi sto qui in Israele nonostante tutto. E scherzando ripeto, ma da sempre, che mi devono fare un bel funerale ma seppellire dove sono. Comunque non è questo che temo perché sono convinto che la Madonna facendomi il regalo per il xxv di ordinazione presbiterale, la missione in Iraq, intenda darmi altri xxv anni di vita sacerdotale. Quindi non temo. Anche questa guerra per costituisce una preparazione per andare in missione in Iraq.

Mi scrive p. Roberto Pirastu. definitore generale che vive a Roma con gli altri definitori insieme al Padre Generale.

15 ottobre Siamo arrivati alla festa di Santa Teresa che quest’anno è celebrata intorno minore e infatti non non si è tenuta la celebrazione pomeridiana solenne prevista con il vescovo dalle nostre Carmelitane.

in questo tempo di grande incertezza e di preoccupazione la vita sta rallentando, le attività lavorative, le scuole e le università sono chiuse, e il traffico è quasi così fermo. Ma già dopo una quindicina di giorni, anche se al momento con numeri più ridotti, la vita sta riprendendo, e questo è dovuto al fatto che le scuole devono garantire la sicurezza degli allievi e quindi essere in grado di poterli accogliere nei bunker. Rimane alta l’allerta e la preoccupazione della possibilità di un attacco dal Nord, dal Libano. Intanto la nostra vita di comunità continua con i suoi ritmi normali di preghiera, di celebrazioni, di lavoro ed incontri. Questo è un aspetto a cui il priore padre Abboud tiene molto: incontri di comunità, di formazione, il ritiro personale mensile; questo, insieme ai tempi di orazione quotidiana al mattino e nel pomeriggio, ci aiuta a vivere dentro una prospettiva di Fede anche anche questa circostanza. Sono riprese intanto anche le lezioni di arabo con l’insegnante, preoccupata nei primi giorni per quello che accadeva nel paese. Nel frattempo rientra anche padre Cipriano dalla visita in famiglia in Libano dove ha potuto essere presente per il matrimonio di una parente. Il suo viaggio di ritorno è come al solito un po’ complicato dal fatto che non essendoci relazioni diplomatiche tra Libano ed Israele, per entrare nel quale bisogna passare attraverso la Giordania. Quindi con un volo da Beirut si raggiunge Amman, poi un passaggio in taxi fino al confine con Israele, attraversamento a piedi del Confine e infine il rientro in auto in comunità. Intanto sono spariti i Pellegrini anche da Stella Maris; questo però non ci impedisce di compiere qualche piccolo spostamento. Nonostante gli allarmi in questi giorni p. Paco va a Gerusalemme per la confessione delle monache, ma non riesce a fare visita anche alle monache di Nazareth. L’accesso alla città è bloccato.

29 ottobre domenica pomeriggio è l’occasione per un incontro con le monache carmelitane, una comunità internazionale con alcune monache italiane più anziane, un incontro senza grate, con tante domande e l’invito a celebrare con loro, e anche la promessa della prima messa in arabo dopo natale.

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30 ottobre controllo medico all’ospedale Rambam e visita al vecchio monastero delle scalze, oggi occupato dagli uffici della struttura sanitaria.

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