” Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto”
Queste sono le parole del Salmo 36 dove l’orante manifesta il desiderio di Dio, la volontà di essergli vicino, di avere intimità con lui.
Desiderio, viene dalla parola latina de-sidera, cioè sentire la mancanza delle stelle in quanto luce e orientamento e quindi spingersi verso l’alto, verso le stelle, inteso come una inclinazione verso chi si conosce ma che ancora non si possiede.
Il desiderio di Dio è la volontà umana che, spinta dalla grazia stessa di Dio, aspira all’unione con Dio e alla progresso spirituale con l’imitazione di Cristo e la pratica delle virtù cristiane. La volontà di unirsi a Dio e identificarsi con Cristo fino a far sì che Lui sia tutto in tutte le manifestazioni della propria vita personale, secondo le parole si san Paolo: “Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me”.
Da qui il desiderio di vedere il volto divino è il desiderio di essergli familiare, di fare la volontà divina, di essere totalmente del Dio Amore che si manifesta nella Passione di Cristo, “il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me” (Gal 2,20), in Lui che nella sua corporeità abita tutta la divinità.
Nella vita della nostra santa madre Teresa di Gesù vi sono diversi episodi dove lei stessa racconta che fece esperienza mistica della visione del corpo di Cristo e del suo Santo Volto. Tale esperienza mistica le accadde gradualmente, dalla percezione della presenza invisibile di Gesù Cristo accanto a lei (Vita 27, 2-5), passando per la manifestazione graduale della corporeità di Gesù (Vita 28,1) fino alla manifestazione completa di tutta la sacratissima Divino-Umanità del Signore Gesù (Vita 28, 3).
Vogliamo qui riportare per intero un brano della Vita, cioè l’autobiografia della santa madre, dove lei mette per iscritto l’esperienza della visione del volto di Cristo:
“Un giorno, mentre ero in orazione, Egli volle mostrarmi solo le mani: erano di così straordinaria bellezza che non potrei descriverla. A tale vista rimasi molto sconvolta, come avviene sempre in principio, di fronte a qualsiasi nuova grazia soprannaturale concessami dal Signore. Dopo pochi giorni vidi anche quel suo divino volto e credo di esserne rimasta completamente rapita. Non potevo capire perché il Signore mi si mostrasse così, a poco a poco, mentre in seguito mi avrebbe fatto la grazia di vederlo interamente, finché poi mi resi conto che Sua Maestà mi andava guidando secondo quanto richiedeva la mia naturale debolezza. Sia per sempre benedetto, perché, non potendo una creatura così miserabile e vile, quale io sono, sopportare tanta gloria tutta in un colpo, egli, come chi ben lo sapeva, nella sua benignità mi andava gradualmente disponendo a riceverla”. ( Vita 28,1)
Oltre l’inenarrabile visione della bellezza del Volto di Cristo, che suscita meraviglia e godimento spirituale, in santa Teresa c’è la semplice meditazione dello sguardo divino, sprone per corrispondere all’amore divino e allontanarsi dal peccato:
“Spesso considero, o mio Cristo adorato, quanto appaiano affascinanti e dolci i vostri occhi all’anima che vi ama e che voi, mio Bene, vi inducete a guardare con amore. Mi sembra che uno solo di questi dolcissimi sguardi rivolto alle anime che voi ritenete per vostre basti come premio di molti anni di servizio! Oh, mio Dio, com’è difficile far comprendere questa cosa, a chi ignora quanto sia soave il Signore. O cristiani, cristiani! Considerate il vincolo fraterno che vi lega a questo gran Dio; cercate di conoscerlo e non disprezzarlo più, perché come il suo sguardo è dolcissimo per chi lo ama, così è terribile quando si volge con spaventevole collera su chi lo perseguita. Ahimè! Non ci rendiamo conto che il peccato è una guerra aperta contro Dio”.
(Esclamazioni dell’anima a Dio 14, 1-2)
Nella sua vita santa Teresa fece dipingere o acquistò immagini sacre, come questo quadro che commissionò ad uno sconosciuto pittore fiammingo. Santa Teresa lo fece eseguire ispirandosi alle sembianze in cui Gesù le apparve al capezzale della prima monaca che morì nel monastero di Toledo:
“Entrando [nella stanza della morente], vidi Sua Maestà al suo capezzale, verso la metà del letto. Teneva le braccia un po’ aperte come se la stesse proteggendo e mi esortò a ritenere per certo che Egli avrebbe protetto allo stesso modo tutte le monache che morissero nei nostri monasteri e che pertanto non dovevamo temere tentazioni nell’ora della morte. Io rimasi assai consolata e in gran raccoglimento. Di lì a poco mi avvicinai per parlarle, ed ella mi disse: «Oh, Madre, che grandi cose sto per vedere!». Detto questo, morì come un angelo”. (Fondazioni 16,4)
Raffigurazione e devozione al Santo Volto
La devozione al volto di Cristo è antica quanto il cristianesimo, una tradizione siriaca racconta di Abgar V, sovrano di Osroene, con capitale Edessa, nel I° secolo. Alla sua figura storica è legata la Leggenda di Abgar, riguardante il mandylion, cioè un telo con impresso il volto di Gesù.
Secondo questa tradizione il re Abgar, gravemente ammalato scrisse una lettera a Gesù, che ovviamente si trovava in terra di Israele. Nella lettera, il re Abgar chiede che venga ad Edessa , lo riconosce come Salvatore e Dio, e implora che lo guarisca da una malattia incurabile. Gesù declina l’invito rispondendo che il suo compito è quello di occuparsi degli ebrei per i quali è stato inviato. Tuttavia gli promette l’invio di un suo discepolo, Anania, che gli porterà un telo raffigurante il suo volto che gli permetterà sia di adorarlo come Dio che ottenere la guarigione, Gesù impresse l’immagine imprimendo il telo sul suo volto. Questa è una immagine acherotipa, cioè non dipinta da mani di pittori. Gesù disse: “io non posso venire da te, ma ti invierò una mia immagine ed essa ti guarirà”. L’immagine cui faceva riferimento è il mandilion.
Proponiamo, su questo aspetto della devozione alla umanità del Signore Gesù, la devozione al Volto di Cristo così come fu rivelata in privato alla beata Maria Pierina De Micheli
“Chi Mi contempla, Mi consola”
La devozione al Santo Volto di Gesù: delle richieste e delle promesse poco conosciute
Le Sacre Scritture e le vite dei Santi di ogni tempo ci offrono innumerevoli testimonianze di questo santo desiderio di contemplare il Volto di Dio, non soltanto in un faccia a Faccia eterno che verrà, ma già quaggiù, perché i Santi sono degli innamorati di Dio e un innamorato ha bisogno di contemplare il volto della persona amata.
Attraverso l’Incarnazione della Seconda Persona della Santa Trinità, il Signore ha risposto anche a questo desiderio dell’uomo assumendo una umanità e un corpo e, quindi, anche un volto umano, che durante 33 anni di vita terrena molti hanno potuto vedere, tanto che San Giovanni Evangelista dice:
« Quel che era dal principio, quel che abbiamo udito, quel che abbiamo visto con i nostri occhi, quel che abbiamo contemplato e che le nostre mani hanno toccato della parola della vita (poiché la vita è stata manifestata e noi l’abbiamo vista e ne rendiamo testimonianza, e vi annunciamo la vita eterna che era presso il Padre e che ci fu manifestata), quel che abbiamo visto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché voi pure siate in comunione con noi; e la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo ». (1Gv, 1, 1-3).
E il Signore ha voluto che anche noi potessimo contemplarLo non soltanto con gli occhi dello spirito, ma anche con quelli della carne: infatti, ci ha lasciato l’immagine del Suo Santo Volto impressa miracolosamente su numerose Sante Reliquie che hanno attraversato i secoli fino a noi: la Sacra Sindone, il Velo della Veronica, il Velo di Manoppello… Sono un invito a contemplarLo, a contemplare il Suo Volto. Tuttavia, quella al Santo Volto resta ancora una devozione allo stesso tempo molto nota e molto sconosciuta e incompresa, tanto che il Nostro Signore Stesso Se n’è lamentato in diverse rivelazioni private negli ultimi secoli.
Nelle righe che seguono, il lettore troverà le richieste, spiegazioni e promesse riguardanti la Devozione del Volto Santo che il Nostro Signore Gesù Cristo e la Santissima Vergine Maria ci rivolgono tramite il Loro scambi con la Beata Madre Maria Pierina de Micheli (Milano, 1890 – Certonara d’Artò, 1945), religiosa delle «Figlie dell’Immacolata Concezione di Buenos Aires ». (vedi foto)
In questa Quaresima, tempo privilegiato di conversione e di grazia, attraverso la contemplazione amorosa della Passione del Nostro Signore Gesù Cristo e la partecipazione alla Sua Passione mediante la penitenza, cerchiamo di (ri)scoprire e di ravvivare la nostra devozione al Suo Santo Volto per rispondere ai Suoi inviti e desideri. I frutti non si lascerano attendere!
Che il Signore ci conceda la grazia della contemplazione trasformante del Suo Volto quaggiù e di quella beatifica nell’eternità! E che ci conceda anche di servirLo con un sincero spirito missionario mosso dall’Amore per Dio e per le anime, come quello che spinge San Giovanni Evangelista ad annunciare ciò che i suoi occhi hanno contemplato.
- Il Venerdì Santo del 1902, nella chiesa San Pietro in Sala a Milano, la piccola Giuseppina de Micheli attende con la madre il suo turno di poter baciare il Crocifisso, quando sente una voce distinta che dice:« Nessuno mi dà un bacio d’amore in Volto per riparare il bacio di Giuda?». Nell’innocenza dei suoi 12 anni, lei non pensa di essere la sola ad averla udita e, attristata dal vedere che quanti la precedono si mostrano indifferenti alla richiesta di Gesù, esclama nel suo cuore:- Te lo do io, Gesù, il bacio d’amore, abbi pazienza! » e – come scrive lei stessa a Papa Pio XII nel 1943 – «giunto il momento, Gli stampai un forte bacio in Volto con tutto l’ardore del mio cuore. Ero felice, credendo che Gesù ormai contento non avrebbe più avuto quella pena ». « E da quel giorno », scrive ancora al Santo Padre,« il primo bacio al Crocifisso era al Santo Suo Volto ».
- Durante il noviziato (1913-1915), la notte tra il Giovedì e il Venerdì Santo, la religiosa, in preghiera davanti al Crocifisso, sente « Baciami ». Lei ubbidisce e, quando le sue labbra si posano sul Crocifisso, non è del gesso che sente, ma il Volto di un uomo vivo, quello di Gesù. L’indomani, il cuore di Suor Maria Pierina risente tutte le sofferenze di Gesù ed è infiammato dal desiderio di riparare gli oltraggi che Lui ricevette sul Suo Volto e che riceve ancora ogni giorno nel Santissimo Sacramento dell’Eucaristia.
- Il 12 aprile 1920, Suor Maria Pierina si lamenta con Gesù di una pena che la affligge durante la sua permanenza nella Casa Madre di Benos Aires. Gesù le Si presenta tutto sanguinante e, con un’espressione di grande tristezza e dolore « che mai dimenticherò », ella scrive, le dice : « E Io, cosa ho fatto Io ? ». Suor M. Pierina comprende, e il Santo Volto di Gesù diviene « il suo libro di meditazione, la porta d’entrata nel suo Cuore ». Ritorna a Milano nel 1921 e Gesù continua nei suoi confronti le Sue finezze di amore. Eletta più tardi Superiora della Casa di Milano, poi Regionale d’Italia, oltre ad essere Madre, diviene Apostola del Santo Volto fra le sue figlie, e fra coloro che l’avvicinano. Madre Maria Pierina sa nascondere tutto e la Comunità è solo testimone di qualche fatto. Aveva chiesto a Gesù il nascondimento e le viene concesso. Col passare degli anni, di tanto in tanto, Gesù le Si mostra a volte triste, a volte insanguinato, chiedendole riparazione, e così cresce in lei il desiderio di soffrire e d’immolarsi per la salvezza delle anime. Nel maggio del 1933 la Madre scrive in una lettera: « Oh! cerchiamo una volta per sempre Gesù… non nelle consolazioni, ma nella croce di ogni giorno, di ogni istante!… Questa non ci mancherà mai, e i nostri desideri di soffrire potranno sempre essere soddisfatti ». Nonostante il suo martirio interiore e le vessazioni che il demonio le farà subire, Madre Maria Pierina riesce a non far pesare sugli altri la sua intensa sofferenza e, per quanto possibile, a non lasciar trasparire le grazie speciali di cui il Signore la gratifica.
Dal 1936 le richieste diventano più pressanti e precise e i disegni della Provvidenza più chiari…
- Nel 1936, durante l’Adorazione notturna del 1° Venerdì di Quaresima, Gesù, dopo averla fatta partecipe dei dolori spirituali della Sua Agonia nel Getsemani, col Volto velato di sangue e con profonda tristezza, le dice: « Voglio che il Mio Volto, il quale riflette le pene intime del Mio animo, il dolore e l’amore del Mio Cuore, sia più onorato. Chi Mi contempla Mi consola ». Madre Maria Pierina vivrà allora un martirio d’amore per consolare Gesù, per la salvezza delle anime e per i Sacerdoti.
- Il Martedì della Passione dello stesso anno, Gesù le dice : « Ogni volta che si contempla la Mia Faccia, verserò l’amor Mio nei cuori, e per mezzo del Mio Santo Volto si otterrà la salvezza di tante anime ».
- Il 1° Martedì del 1937 : « Dopo avermi istruita nella Devozione al Suo Santo Volto, mi disse :« Potrebbe essere che alcune anime temano che la devozione e il culto del Mio Santo Volto diminuiscano quella del Mio Cuore. Dì loro che, al contrario, sarà completata e aumentata. Contemplando il Mio Volto le anime parteciperanno alle Mie pene e sentiranno il bisogno di amare e di riparare. Non è forse questa la vera devozione al Mio Cuore? ». Come non ricordare le Parole che il Nostro Signore rivolse alla Santa Visitandina Margherita Maria Alacoque quando mostrandole il Suo Sacro Cuore a Paray-le-Monial, le disse :« Ecco questo Cuore che ha tanto amato gli uomini e che in cambio, dalla maggior parte, non riceve altro che ingratitudine e disprezzo » ? Era il lontano 1673, ma ancora oggi, anche attraverso i recenti appelli a Madre Maria Pierina, il Signore viene a mendicare il nostro amore, Lui, oggi ancor più dimenticato, disprezzato e martoriato.
- Il 23 maggio 1938, mentre lo sguardo di Madre Maria Pierina si posa istintivamente sul Santo Volto di Gesù, Lui le dice :« Offri incessantemente all’Eterno Mio Padre il Mio Santo Volto. Questa offerta otterrà la salvezza e la santificazione di tante anime. Se poi l’offrirai per i Miei Sacerdoti, si opereranno meraviglie ».
… Una Medaglia-Scapolare e una Festa in onore del Santo Volto:
- Il 21 novembre 1938, durante l’Adorazione notturna Gesù Si mostra tutto sanguinante a Madre Maria Pierina e le dice :« Vedi come soffro? Eppure da pochissimi sono compreso. Quante ingratitudini anche da parte di quelli che dicono di amarMi! Ho dato il Mio Cuore come oggetto sensibile del Mio grande amore per gli uomini, e do il Mio Volto come oggetto sensibile del Mio dolore per i peccati degli uomini e voglio che sia onorato con una festa particolare nel Martedì di Quinquagesima [il martedì precedente il Mercoledì delle Ceneri], festa preceduta da una novena in cui tutti i fedeli riparino con Me, unendosi alla partecipazione del Mio dolore ».
- Il 31 maggio 1938, la Madre Maria Pierina prega nella Cappella del suo Istituto, al 18 di Via d’Elba, a Milano. Le appare una Bella Signora in un fascio di luce, sulla predella dell’Altare, e le si avvicina. Tiene in mano uno scapolare che si compone di due flanelline bianche unite da due cordoncini. Una flanellina presenta l’immagine del Volto Santo circondata dalle parole « Illumina, Domine, Vultum Tuum super nos », l’altra flanelina presenta un’Ostia da cui si dipartono tanti raggi, circondata dalle parole « Mane nobiscum, Domine ».
- La Santa Vergine dice alla religiosa :« Ascolta bene e riferisci tutto esattamente al Padre [spirituale]. Questo Scapolare è un’arma di difesa, uno scudo di fortezza, un pegno d’amore e di misericordia che Gesù vuol dare al mondo in questi tempi di sensualità e di odio contro Dio e la Chiesa. Si tendono reti diaboliche, per strappare la fede dai cuori, il male dilaga, i veri apostoli sono pochi, è necessario un rimedio divino e questo rimedio è il Santo Volto di Gesù. Tutti quelli che indosseranno uno scapolare come questo e faranno potendo ogni martedì una visita al Santissimo Sacramento per riparare gli oltraggi che ricevette il Suo Santo Volto durante la Sua Passione e riceve ogni giorno nel Sacramento Eucaristico, saranno fortificati nella Fede, pronti a difenderla, a superare tutte le difficoltà interne ed esterne, di più faranno una morte serena sotto lo sguardo amabile del mio Divin Figlio. »
Questa apparizione è all’origine della Medaglia del Santo Volto.