Martin Garayzabal nacque a Nalda, nella diocesi di Calahorra, in Spagna. I genitori gli fecero compiere gli studi presso i Gesuiti di Logroño.
Entrò nel noviziato dei Carmelitani scalzi di santa Maria della Scala in Roma, dove emise i voti religiosi nel 1608, prendendo il nome di Prospero dello Spirito Santo.
Ebbe come maestro di noviziato Giovanni di Gesù Maria e per un certo tempo anche Domenico di Gesù Maria, suoi conterranei.
Dopo un lungo periodo di attività a Palermo e a Napoli, Prospero venne inviato al deserto di Varazze, convento di vita eremitica inaugurato nel 1618 da padre Domenico di Gesù Maria, dove rimase per circa due anni.
Nel 1620 partì per la missione di Persia. Qui giunto venne eletto superiore del convento di Isfahan.
Nel 1625 ritornò a Roma allo scopo di presentare il progetto di aprire una missione ad Aleppo (Siria).
Nella stessa occasione lanciò anche l’idea di stabilire un convento sul monte Carmelo. Ripartito per il Medio Oriente nel 1627, con le autorizzazioni della Santa Sede e del Definitorio dell’Ordine dei Carmelitani Scalzi, fondò la missione di Aleppo.
Nel 1631 ottenne dall’emiro Ahmed Turabay di poter costruire un convento sul monte Carmelo, insieme alla proprietà di una parte dello stesso monte; questo avveniva dopo oltre tre secoli da quando, nel 1291, i Mamelucchi avevano occupato Haifa e distrutto i monasteri esistenti sul Carmelo. In quei luoghi, egli ritrovò antichi insediamenti monastici e soprattutto poté individuare, grazie alla tradizione mai interrotta, il primitivo convento dei Carmelitani. Tra difficoltà di ogni tipo, Padre Prospero poté dedicarsi alla vita contemplativa e all’apostolato tra i cristiani del luogo e della vicina Akko. Morì al Monte Carmelo, il 20 novembre 1653.
La copiosa documentazione relativa alle fondazioni Medio-Orientali, lasciata da padre Prospero, è stata pubblicata nel 2006 con il titolo Relazioni e Lettere a cura di padre Victor Zubizarreta ocd. Presentiamo alcune pagine dell’opera nella versione originale.
Relazioni e Lettere
La devozione alla Vergine
Comminciò la Gloriosissima Vergine a mostrarsi grata con gli suoi devoti, et a fare molto gran gratie, et in breve spatio di tempo s’accomodò la sua Cappella molto decentemente, poiché al presente ardeno cinque lampadi avanti la sua imagine, scoprendosi solamente il mercordì et il sabbato et adornandosi con i voti che vi sono offerti delle gratie che fa continuamente la sua Capella. Se gli sono fatti molti et richi ornamenti, e tali che possono comparire con qualsivoglia Chiese ancorchè siano di questa Corte de Roma, e così come haveva cura de provedere per la Chiesa, l’haveva ancora di provedere per la casa e fameglia, di maniera tale che, senza saper da dove ne il come, l’intrava per la porta ciò che gl’era necessario con grande abbondanza.
Non potendo il Demonio soportar tal devotione e riverenza come si portava a questa Signora, pensò in che maniera poter levar questo concorso, e così intentò diversi mezzi, ma nesciuno era bastante.
Ultimamente, mosso il Consule di Francia de altri, mi mandò a chiamare e mi disse che voleva venire il Cadi, cioè el Giudice della città a visitar quella Chiesa, che levasse l’imagine e lampade con gli altri ornamenti sin tanto che lui fosse venuto, che doppo de esser andato, le potrebbe ritornar al suo luogho.
Jo gli risposse che lo pensarei, e fra un’hora, havendolo communicato fra noi, ritornai e gli disse: come eramo determinati di morire più presto che far tal cosa, che se qui volesse levarla, la levasse, ma che io havevo speranza che avanti di levarla, sarebbe bene castigar la sua audatia e che gli faceva intendere come havevamo un Padre tanto potente in terra che, solo con alzar gli occhi in celo, fece descendere d’esso tre volte fuoco per abbrusciare quelli che conoscendolo per Servo de Dio lo trattavano con poco rispeto. Et in celo una Madre molto più pottente che Elia in terra, e contandoli alcuni succesi terribili, lui si scusò meco. Fu cosa mirabile. Que quella sera venisse tutta la sua Natione tanto infuriata contro d’esso, che fu una cosa de miracolo il non haverlo ammazzato, et dicendoli molte injurie e con gran dispreggio, non parlò ne anco una sola parola, perché se sola una gli fosse uscita de bocca, l’havrebbero ammazato et l’havrebbero fatto pezzetti. All’altro giorno venne in casa nostra, e doppo d’essere stato meco alcune hore assicurandomi che non sarebbe niente, se ne partì restando grandemente affetionato a noi altri.Il suo intento era far venire il Cadi, quando l’imagine era levata, e doppo far che non si mettese più. Altre volte m’offerse una casa meglior con il suo giardino, ma jo rispose che sin tanto che fusse de Christiani Alepo, per nesciuna altra cambiarei quella. Doppo comminciò la Gloriosissima Vergine a mostrarsi più mirabile, poiché pochi giorni doppo trovandosi tutta la Natione Venetiana in un giardino, cascò un mercadante, chiamato Andrea Bonamino (il quale fu il secondo di quelli che in quella città havevano pigliato l’habitino, e teneva una lampada accessa avanti l’imagine della Gloriosissima Vergine) di sopra la terrazza d’un palazzo sin’a basso, per una scala lumacha, che con difficoltà poteva andar drita una pietra senza tocare in qualche parte, egli cadette con la testa in giù, et al tempo ch’arrivava in baso passò uno con un matterazzo in testa, sopra il quale diede, e senza romperse ne farsi danno alcuno in nesciun membro del corpo, credendosi tutti che fosse morto, si trovó sano, senza nocumento alcuno andò in casa, si confesò e communicò, facendo dire una Messa pro gratiarum actione. E con questo un’altro mercadante fece accendere a spesa sua un’altra lampada.
Miracolo dello scapolare
Il giorno della Solennità del Carmine, confesato e communicato si vestì un Maronita, chiamato Davide, l’habitino, che havendo più de diecidotto anni, che la sua moglie era fatigata dal Demonio, essendo stata in diversi tempi scongiurata da molti e diversi Religiosi e Vescovi Catholici, intrando lui in casa con l’habitino, il nemico commiciò a tormentarla, e veddendo questo il marito, volse farli basciar lo scapulario, e subito comminciò a gridar, cavando una lingua nera fuori della boca, et sgrafignandosi la faccia con le hugne, e mosicando con la boca gettata in terra, non era possibile farli basciar lo scapulario. Et alli grandi gridi che dava si congregò tutto il vicinato, et tenendola fortemente quatro persone, il marito li gettò l’habitino di sopra, e lei ritornò subito in se, come chi si sveglia d’un sogno, e si ritrovò sana e libera, la qual portò un voto alla Vergine in Chiesa.
Con queste gratie tali che faceva andava crescendo la divotione ogni giorno, e gli altri Religiosi comminciorno a fare diverse Congregationi dedicate alla Madona levando dalli altari i Padri Cappuccini un’imagine del Salvatore, e gli Padri Giesuiti un’altra della Santissima Trinità per metter in essi quella della Madona, e così tutte le chiese d’Aleppo sono dedicate alla Madona.
(Relazione da Aleppo)