Monastero delle Carmelitane Scalze, Giacalone – Pioppo, Palermo.
Omelia di S. E. Mons. Michele Pennisi
Care sorelle carmelitane, cari seminarìsti cari fratelli e sorelle, in questo periodo di Avvento ci ritroviamo attorno alla mensa del Signore, oggi, per rendere grazie a Dio, per la memoria di San Giovanni della Croce, che con Santa Teresa d’Avila, è stato tra i fondatori e promotori della riforma carmelitana e fra igrandi maestri e testimoni dell’esperienza mistica.
Pensando, al tempo di Avvento che stiamo vivendo, credo che vi sia un legame molto stretto tra l’impegno per una scelta di fede ribadita giorno per giorno nella conversione del cuore e nella vigilanza che caratterizza questo tempo liturgico con la condizione di rinnovamento e di riforma permanente di cui parlava il nostros anto.
Condivise con santa Teresa d’Avila il progetto di riforma dell’Ordine Carmelitano che attuò e visse con esemplare coerenza. Si impegnò instancabilmente per custodire il carisma originale del Carmelo, difendendone l’autenticità e insegnando il primato della vita contemplativa.
Le tappe della sua vita spirituale sono descritte nelle sue opere che la Chiesa addita come sicura dottrina a tutti i suoi fedeli: Salita al monte Carmelo, Notte oscura dell ‘anima, Cantico spirituale, Fiamma viva di amore.
Giovanni da un lato vive «la Croce» in tutta la sua assoluta serietà come ascesi, mortificazione, austerità esigente per sé e per gli altri, dall’altro lato egli fa percepire attorno a se il germe vivo della Risurrezione: come dolcezza, tenerezza,comprensione, capacità di rendere attraente e desiderabile anche il cammino piùfaticoso e amaro.
«L’anima innamorata – scrive Giovanni – è un’anima dolce, mite, umile epaziente».
San Giovanni fu un grande educatore alla preghiera, che spalanca la nostra persona all’incontro con il mistero di Dio. Nel silenzio della preghiera si realizza l`incontro con Dio e si ascolta la Parola di Dio che deve essere ascoltata nel silenzio.
Ci poniamo all’asco1to della Parola di Dio, che S. Giovanni della Croce considerava la fonte primaria del suo pensiero e della sua azione.
Il profeta Isaia, di fronte ai fatti della vita, talora dolorosi, disorientanti come l’attuale pandemia, ci invita a “non temere”, perché il Signore ci ha creato, ci conosce per nome, ci ama, si prende cura di noi ci prende per mano nel viaggio della vita, ci aiuta a superare le difficoltà della vita con una certezza: il Signore è il Salvatore.
San Giovanni di fronte alle difficoltà fece proprie le parole di incoraggiamento che il Signore per mezzo del profeta Isaia rivolge al popolo d’Israele.
In S. Giovanni della Croce è familiare il riferimento allo Spirito Santo, che Paolo ricorda essere la guida dei figli di Dio, che “viene in aiuto alla nostra debolezza”, “intercede con insistenza per noi”. Lo Spirito, oltre che educarci alla preghiera a Diocome Padre, fa sì che tutto ciò che noi facciamo concorra al bene.
San Giovanni della Croce ci ricorda che il vero protagonista della vita spirituale è lo Spirito Santo, grazie al quale, l’uomo si innamora di Dio e diventa nuova creatura, entrando in una relazione filiale con il Padre.
Lo Spirito Santo che, come fiamma di fuoco, durante la notte oscura purificae “pulisce” l’anima col tempo la illumina e la calda come se fosse una fiamma.
In Gesù, ci dice san Giovanni della Croce, siamo immersi nell’oceano d’amore della SS. Trinità e siamo divenuti “figli” e da questo sentirci figli nasce l’esperienza della pienezza della gioia, la stessa che ha sostenuto Gesù nell’arco della sua esistenza terrena, come ci ricorda la preghiera sacerdotale di Gesù nel Vangelo di Giovanni.
Gesù ci rivela il Padre come la sorgente da cui lui stesso è sgorgato in forza diquell’amore-persona che nella Trinità santissima è il legame, il collante di tutti e tre che, appunto in lui, sono un Dio solo.
Gesù prega perché veniamo consacrati nella verità, cioè nella rivelazione piena del suo amore che si manifesta nel mistero pasquale di molte e di resurrezione. La consacrazione nella verità si traduce per noi in un atto di affidamento che è occasione per camminare nella consacrazione quotidiana.
Questa consacrazione per noi consiste nel mantenere in Dio il riferimentoessenziale del nostro cammino. Essere consacrati nella verità vuol dire, infatti, vivere come Gesù totalmente offerti al Padre.
San Giovanni della Croce afferma più volte nei suoi scritti che la verità cresce nella libertà. E questo è un mistero straordinario: Dio Creatore e Signore, padrone della storia riesce a costruire una relazione veramente filiale con l”uomo, tale da lasciarlo libero.
Gesù e il Padre sono una cosa sola, perché sono una etema, perfetta, santissima comunione di volontà, carità, sapienza, saggezza, verità, intelligenza nello Spirito Santo. Sono una cosa sola, vivono di perfetta unità, perché Cristo Gesù è dono eterno al Padre e il Padre dono etemo a Cristo Gesù.
Questa stessa unità Gesù vuole che regni tra i suoi discepoli. Come la vita di Gesù è del Padre e la vita del Padre è di Gesù, nella comunione di amore e di verità dello Spirito Santo, senza che il Padre trattenga qualcosa per sé e senza che il Figlio si appropri di qualcosa, che non sia tutto del Padre, così deve essere di ogni discepolo del Signore.
San Giovanni della Croce invita l’umanità di oggi, alla ricerca del significato dell`esistenza, ad una ricerca sincera, che la conduca fino alla fonte stessa della rivelazione che è il Cristo, la Parola e il Dono del Padre.
Egli invita a vivere con sguardo di fede e di amore contemplativa la celebrazione liturgica, l’adorazione della Eucaristia la contemplazione della Trinità ed ei misteri di Cristo, 1’ascolto amoroso della Parola divina, lo stupore di fronte alla bellezza della creazione.
Care sorelle e cari fratelli, il ricordo di S. Giovanni della Croce oggi ci spinge a metterci su questa strada, con un cammino e una salita, per usare due immagini del mistico, ma anche un percorso, uno stile di vita che ci abilita al riconoscimento della verità, alla costruzione della comunione, alla missione e all’incontro con gli altri e con Dio.
ll ricordo di San Giovanni della Croce ci fa “salire” verso il Natale, tempo e spazio di riconoscimento del Verbo in mezzo a noi, della Verità che incontra l’uomo,della storia nuova, di figli, che viene inaugurata nel mondo. ll Natale diventa così una nuova creazione, con il canto di gloria a Dio nell’alto dei cieli e di pace agli uomini che Egli ama.
Care sorelle, seguendo l’esempio di san Giovanni della Croce continuate a vivere l’essenza contemplativa di quell’amore puro che è eminentemente fecondo per la Chiesa e continuate a rinnovare 1’offerta della vostra vita per il bene e la salvezza del nostro popolo e del mondo intero.